Sezioni

Museo Archeologico

La sezione archeologica si apre, al piano terra della Cittadella Viscontea, con la sala dedicata ai collezionisti che hanno dato origine alle prime raccolte archeologiche e il cui impulso ha contribuito a dar vita ai musei cittadini. Le altre sale presentano le fasi più antiche della preistoria, fino alla metà del IV millennio a.C. e illustrano le culture, l’organizzazione economico-sociale e il mondo spirituale dei gruppi umani dall’età del Rame sino alla romanizzazione (3400-II sec. a.C.).

La sezione archeologica si apre, al piano terra della Cittadella Viscontea, con la sala dedicata ai collezionisti che hanno dato origine alle prime raccolte archeologiche e il cui impulso ha contribuito a dar vita ai musei cittadini.  Le altre sale presentano le fasi più antiche della preistoria, fino alla metà del IV millennio a.C. e illustrano le culture, l’organizzazione economico-sociale e il mondo spirituale dei gruppi umani dall’età del Rame sino alla romanizzazione (3400-II sec. a.C.).

Scendendo negli scenografici sotterranei della Cittadella dei Visconti e di Palazzo Farnese si sviluppa, su 15 sale,  la Sezione romana.

Il percorso si apre con un inquadramento territoriale e cronologico dell’epoca, nel quale si dà spazio alle scoperte e alla metodologia archeologica e si conclude con un video che ripercorre le tappe più significative della storia della città.

Diversi sono i temi affrontati: le preesistenze nel territorio piacentino prima della colonizzazione romana; la fondazione, la forma urbis e le istituzioni della nuova città romana; l’economia, i commerci, la produzione e il ruolo del fiume Po; l’edilizia residenziale e la vita quotidiana; i culti e gli edifici religiosi; i monumenti funerari e le necropoli; la fine del mondo romano e il passaggio all’alto-medioevo.

All’interno della Sezione Romana si ritrovano alcune eccellenze, come il celebre Fegato di Piacenza o l’imponente statua panneggiata firmata dallo scultore ateniese Kleoménes, entrambe valorizzate dal nuovo allestimento, oltre ad alcuni importanti reperti inediti in grado di restituire il volto della città e di ricostruire la vita nella Placentia romana.

Tra questi uno straordinario letto funerario, ricostruito in legno e con un rivestimento in osso bovino di gusto ellenistico, che faceva parte degli arredi della tomba rinvenuta nella zona di Cantone del Cristo durante gli scavi per la costruzione di un nuovo reparto dell'ospedale Guglielmo da Saliceto e le Antefisse, ovvero gli elementi decorativi finali delle tegole dei templi, di cultura ellenistico-orientale, rinvenute nel 1947 e nel 2000, che hanno permesso di ricostruire l’apparato ornamentale di un tempio, probabilmente posto nella parte settentrionale di Piacenza colonia romana.

Nella sala dedicata alla domus romana si possono ammirare eleganti mosaici pavimentali e oggetti di uso quotidiano, come frammenti di mobilio e lucerne, strumenti per la scrittura, balsamari per unguenti e profumi, contenitori per il trucco e ornamenti personali, attrezzi per la cura della casa, la filatura e la tessitura, resti dei giochi da tavolo, tra cui una scacchiera del II-III secolo d.C. in terracotta.

Anche i monumenti funebri testimoniano con la loro dimensione e la ricchezza degli apparati il rango dei defunti; ad esempio, è esposta una Sfinge alata, elemento decorativo di un monumento funerario a edicola, sicuramente appartenuto a una famiglia eminente.

Interessanti anche i reperti dell’ultima sala che testimoniano il passaggio della città alla dominazione longobarda, tra cui un tremisse in oro - moneta del tardo impero romano - coniato a Piacenza tra il 712 e il 744 durante il regno di Liutprando.